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Quindi succede questo.

Che sono una giovinetta e la madre del mio fidanzato di allora mi dice: leggi questo libro, lei ti piacerà.

Il libro era LA CITTÀ E LA CASA, lei era Natalia Ginzburg. Lo leggo di un fiato e quelle parole, quel modo di metterle in fila, quello sguardo sulle cose della vita mi illumina. Una luce nitida, chiara, forte. E una sensazione di casa, dentro .

Di riconoscimento di qualcosa di affine, vicino, comune. 

Comincio lì, leggo tutto di Natalia Ginzburg. E da lì, dai miei comodini nelle varie case e città, non è mai scomparsa . 

Regalo libri di Natalia Ginzburg a tutti i miei cari, madre e psicoterapeuta comprese. Passo pomeriggi e serate con gli amici intimi a leggere pezzi dai suoi libri. I carissimi mi regalano vecchie edizioni dei suoi libri trovate alle bancarelle :”So che ce l’hai già, ma l’ho visto e ho pensato a te”.

Sogno di averla davanti per un tè, in un caffè torinese. 

Accade che quando scrivo storie, arrivano nella mia testa frasi messe insieme da lei, e quella cosa che volevo dire, lei l’ha già detta, esattamente per come avrei desiderato. E allora, la prendo in prestito. La fine del mio primo spettacolo di narrazione, Giovanna d’Arco, è una frase di Natalia. Da lì, molte frasi accompagnano i miei lavori ( in Santa Mustiola, in Brendulo).

Natalia mi accompagna. Voglio che sia con me, con quelle storie, su quei palchi che fanno la mia strada. E poi, sempre sul comodino. Al bisogno, aprire un libro e riuscire a vedere di nuovo nitidamente.

Tra tutti gli scritti e i libri, LE VOCI DELLA SERA. Mi si appiccica addosso. Mi fa ridere e piangere. Mi strugge. Mi fa a pezzi e mi ristora. Ci ritorno spesso, tanti pezzi li imparo a memoria, per poterli ripetere come preghiera.

Quando compio 40 anni divento forte e senza paura. E con accanto l’amore che incita e sostiene mi avvio verso la realizzazione di un sogno . Chiedo i diritti di rappresentazione de LE VOCI DELLA SERA. Ne faccio l’adattamento. Controllo bene online: nessuno lo ha mai fatto in teatro. Nessuno? Nessuno. 

Andrea Ginzburg mi concede i diritti, con la severità che contraddistingue sua madre, mi indica di “togliere quell’aggettivo orribile ed eliminare quella frase che non c’è assolutamente bisogno”. 

Ho i diritti. Piango. Sono emozionata. 

Vado con quel testo in mano e con questo mio progetto a bussare a molte porte. 

Le trovo tutte chiuse. 

” Non è un titolo che attira” .

” Mah, sai.. La Ginzburg in fondo… A chi?… “

” Né tu né lei siete nomi su cui puntare “

Con tutte quelle porte chiuse nel cuore, apro un cassetto e ci infilo il mio sogno.

Dopo, ci sono anni di vita.

Per molto tempo un articolo di due pagine di Repubblica su Natalia Ginzburg rimane appeso in cucina. Si intitola : via quegli aggettivi. Dopo mesi da quelle porte chiuse, durante un giorno di pulizia di casa, lo butto. 

Dopo, altri anni di vita. E di racconti. 

Poi, LA VITA SALVA. Che nasce da me, lo produco io, mi ci arrischio io. Sempre con accanto quell’amore che sostiene e incita.

E LA VITA SALVA apre strade, raccoglie cuori e vicinanza, la vita salva è forte e non ha paura. Mette insieme pubblico e critica.

Ho 47 anni ora. L’estate scorsa Riccardo Massai del Teatro di Antella – che è arrivato ad accompagnarmi per un pezzo di strada de La vita salva – mi dice:” Silvia, se hai un progetto per la prossima stagione, ci siamo, proponicelo. “

Ho aperto quel cassetto. 

Nel frattempo Andrea Ginzburg è venuto a mancare. E io sono tornata ad interrogarmi sulle cose dell’amore. 

7 anni fa, quelle parole de LE VOCI DELLA SERA non avrebbero mai risuonato con un’eco così profondo e terribile come risuonano adesso. 7 anni fa non era tempo. E – si sa – c’è il tempo giusto per tutte le cose. Bisogna fidarsi del tempo.

Quindi . Ad Aprile accade questo. 

Che porto in scena – per la prima volta in teatro – LE VOCI DELLA SERA. 

E dentro c’è tutto questo.

Più che prove, quelle di questi giorni sono esercizi di gestione. Di quest’eco che mi accompagna di continuo da quando abbiamo fissato il debutto. 

Sono terrorizzata. Felice. Onorata. Impaziente . E sempre sempre sempre piena di gratitudine

Grazie Nat (Cesare Pavese la chiamava così, ne prendo in prestito l’affetto).

Grazie perché chi ci aiuta a vedere così bene le cose che viviamo ci benedice.

In molti, in vista del debutto di Aprile, state comprando LE VOCI DELLA SERA.

La trovo una cosa bellissima.

Bellissima. 

Ne sono felice. 

LE VOCI DELLA SERA di Natalia Ginzburg

adattamento e regia di Silvia Frasson

con Silvia Frasson

una produzione Archetipo

13/16 APRILE, Teatro Comunale di Antella PRIMA ASSOLUTA

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