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UNA RAGIONEVOLE FELICITA’

Ritratti di Leandro e Famiglia

una produzione di RUMORBIANCO

in collaborazione con Famiglia Nuova

arrangiamenti musicali di Andrea Checcucci e Stefano Rachini

《 Ci sono gli spettacoli “belli”. Poi ci sono “i treni”. Quelli che ti prendono in pieno senza che tu te ne accorga, ti attraversano, ti lanciano in aria e poi ti sbattono a terra. Esci da teatro e non sei più lo stesso 》D.

《 Un prete scomodo, l’avventura dell’accoglienza, gli ultimi tra gli ultimi di cui nessuno vuole occuparsi. Silvia ti catapulta in un mondo difficile, lo fa con umanità, pietà, amore. Brividi. 》A.

《 Tutti, contemporaneamente, in balia di un intenso stato emotivo. Ecco, un momento unico che si vive se si assiste ad “Una ragionevole felicità” 》G.

《Un universo colorato di voci e corpi, tutti diversi, raccontano una sfida gigantesca: il risultato è una storia di umanità potente e profonda, ti fa venire voglia di metterti in gioco》G.

《 In questo racconto c’è tanto amore. Se ne esce devastati. Ma non è forse così che rimaniamo, davanti all’amore incondizionato? 》P.

《 “Una ragionevole felicità” racconta che dagli sbagli è possibile rinascere. E’ amore, in tutte le sue forme e bisognerebbe che ne prendessimo tutti un po’ 》F.

《 Silvia ti prende per mano e ti trascina in una storia VERA di amore incondizionato verso gli altri, tutti. Una storia che ti entra sotto pelle. Emozionante. 》L.

《 Entrare con anima e corpo in una storia. Pazzesco. 》

《 Se il mondo fosse giusto Leandro Rossi lo conoscerebbero tutti e Silvia Frasson sarebbe famosissima 》V.

《 Silvia si mette da parte, sparisce. Presta corpo e voce ai protagonisti della storia. Così, dà anche a noi la possibilità di incontrarli. E in breve tempo, da sconosciuti diventano fratelli o sorelle, amici, cari 》N.

《 La storia di uno diventa la storia di tutti.  Se ascolti le storie di Silvia, se ti lasci attraversare come fa lei sul palco, niente ti può lasciare indifferente 》G.

《Brividi lungo la schiena, il cuore gonfio, la gola piena di emozione. Con Silvia si vive tutte quello che lei racconta. Senza scampo》G.

《 Il modo di raccontare che ha Silvia arriva in profondità, sorprende e ti esplode dentro 》M.

《 Senza corazze, senza scudi, Silvia ti fa entrare nelle vite degli altri. Che sono anche le nostre vite! 》A. 

《 Raramente ho vissuto spettacoli così carichi di emozione. I personaggi della storia così vicini a noi, fra di noi! Bellissimo… 》S.

“C’è un luogo, anzi più di uno, diventano rifugi poi case poi famiglie.
Ci sono persone vulnerabili, strade difficili, paure, possibili sbagli.
E c’è chi accoglie, al di là di tutto.
C’è un tavolo intorno a cui si mangia, si ride, ci si mette la testa tra le mani,
insieme. Ci sono naufraghi dell’anima e un mare bianco dove il corpo risorge e poi va dritto verso la disfatta.
C’è un prete, no è un teologo, no è un insegnante di religione, no è un contadino… Insomma, chi è?
C’è chi esce dal carcere per entrare in una nuova possibilità di ribellione,
incredibilmente senza pistola.
Ci sono polli spennati, parecchi. C’è una donnina che tratta bestie ed esseri umani nello stesso modo.
C’è un uomo in bicicletta che si sporca con la sofferenza degli altri.
Ci sono un sacco di domande e invece che risposte si trovano abbracci.
C’è il Vangelo e chi lo legge con le mani, mani che stringono, che rialzano, che sostengono. C’è il sangue che è di Cristo ma è anche quello che scorre nelle vene che troppe volte vengono bucate.
Ci sono state tante testimonianze, ore e ore di registrazione, pianti, ricordi, il tempo che è passato e quello che non vogliamo dimenticare anzi,
vorremmo che restasse anche per gli altri.
E allora sono arrivata io, con questa storia ho fotografato, con il racconto ho
disegnato ritratti, immagini, frammenti di vita che rimangono impressi nel tempo.
Di queste storie non ho vissuto niente, eppure attraversarle per un’ora sul palco me ne rende testimone appassionata.
Tra le persone che racconto, a pochissimi ho stretto la mano, la maggior parte non li ho mai conosciuti.
Eppure, sono diventate in questo tempo le persone più care, più vicine, le persone a cui più ho voluto bene”.

UNA RAGIONEVOLE FELICITA’ “: IL TEATRO CIVILE, FILOSOFICO, QUASI TEOLOGICO DI SILVIA FRASSON 

Bisogna smettere di essere roccia e trasformarci in acqua che scorre. Assecondare le esperienze e le assenze, le mancanze e le presenze ingombranti.

Seguire i ritmi della vita che non sono mai uguali per tutti. Trattenere e salvare chi ha ancora  una manciata di tempo da spendere e accompagnare, aggirando la paura, chi invece sta evolvendo altrove.

 

Racconto del debutto a Montebuono (PG) di Paola Margheriti