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Devo a mia madre la testardaggine, l’idealismo a volte cieco ma di speranza inesauribile, la fiducia cocciuta in ciò che si crede giusto, la passione senza fine nel fare ciò che si ama.

Devo a mia madre tutte le cose belle che sono e che sono riuscita a fare.

La ricetta del ragù e delle lasagne più buone che esistano sulla terra.

Devo a mia madre la libertà di stare al mondo.

Credo che vivere sia la cosa più bella che ti possa accadere.

Ma vivere libero di essere ciò che sei è la possibilità più preziosa che si possa avere.

E lo devo a mia madre.

Quando racconto a mia madre del mio lavoro, il mio lavoro potrebbe essere l’attrice, il contadino, l’impiegata, il salumiere. Potrebbero pagarmi tanto o poco, potrei avere un contratto a tempo indeterminato o non sapere se domani lavorerò ancora. Alla fine del mio racconto lei mi chiede : sei contenta? Io rispondo, sì. Allora sono contenta anche io.

Quando racconto a mia madre del mio fidanzato, il mio fidanzato potrebbe essere giovane, vecchio, donna, uomo. Ricco o povero, solo o con famiglia a carico. Lei mi chiede: sei contenta? Sì. Allora sono contenta anche io. Quando racconto a mia madre della mia casa, la mia casa potrebbe essere in campagna o in città, una bettola o un loft, da sola o in condivisione .

Sei contenta? Sì. Allora sono contenta anche io.

Per mia madre la mia contentezza è la misura di tutte le cose.

E questo mi è sempre sembrato un modo bellissimo per amare qualcuno.

Concedergli la libertà di essere (felice) come vuole.

Oggi un pensiero a tutte le mamme sì, ma in generale a tutti quelli che sono capaci di un amore così.

[ su La Gabri che è la mia mamma leggi anche :

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https://silviafrasson.com/10-gennaio-madri-paure-e-exfidanzati/ Madri paure e ex fidanzati ]

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