Dopo 5 giorni sono andata a fare la spesa.
Ho varcato la porta di casa, brividi.
Ho acceso la macchina, sono partita, ho percorso quei 5/6 km, ho pianto.
Ho visto intorno un altro squarcio di vigne e di alberi in fiore, oltre a quelli che vedo da giorni dalla finestra di casa , ho pianto.
Ai lati delle strade, in un ampio pezzo di terreno a lavorare ragazzi extracomunitari, ho pianto.
Sono arrivata in paese, la gente parcheggia di merda anche in quarantena, ho pianto (col dubbio: piango per la gioia di riscoprire le cose che non cambiano mai, o per la disperazione che le cose non cambiano mai? Non ho deciso tra le due opzioni, ho solo pianto più forte).
Su alcuni cancelli, disegni di arcobaleni e andrà tutto bene fatti dai bambini, ho pianto, vergognosamente.
Davanti all’alimentari, una fila ordinata di gente con mascherine e la distanza di un metro, ho pianto.
Davanti al cartello “SERVIZIO GRATUITO DI SPESA A DOMICILIO OVER 65 ANNI”, in fila ci sono solo over 70, ho pianto. Mentre aspettiamo uno di loro dice:”Non si può andà neanche a piange ai cimiteri, l’hanno chiusi co’ le catene” – Qui ho riso.
Un altro si accoda alla chiacchiera e tranquillizza tutti: ” È come nella jungla, sopravvive solo chi è più forte, selezione naturale”. E lì ho forse capito perché in questa uscita mattutina ho incontrato solo ultra 70enni, e qui ho pianto molto.
Quando sono rientrata a casa mi sono lavata le mani cantando tutta la prima strofa di IWillSurvive di Gloria Gaynor, come insegna lei nel video – maestra indiscussa. Siccome era la canzone che cantavo buttandomi in pista manco mi buttassi da uno strapiombo, quando mi lasciavano i fidanzati, ho pianto facendo una carrellata di tutti quelli che mi hanno lasciato (veloce, si sa, ne ho avuti pochi).
Dovevo riprendermi da tutte queste emozioni negative, ho pensato ad una cosa bella : il progetto della giornata di oggi. Togliere il fogliame accumulato dall’inverno dal mio piccolissimo giardino. Una foglia alla volta, chiaro.
Così ne avrò per tutto il giorno. Forse mi stancherò addirittura.
Dio, che gioia pensare alla stanchezza.
E lì, ho pianto, passando solo qualche secondo dalla gioia.
[ in foto, nella serra dove sistemo le piante per proteggerle dall’inverno ]
[[ qui di seguito, una storia per resistere #decamerone2020 ]]
Brava Silvia
Un grande abbraccio a te e alle tue storie da due tuoi ammiratori di Palaia (pi). Sfruttiamo il tempo per raccogliere racconti e farli uscire dalle finestre.
Marta e Giorgio
Marta, Giorgio. Vi penso con tanto affetto!Un grandissimo abbraccio!