Ieri e oggi c’era tanto vento.
Tanto che in alcuni punti avevo paura mi volasse via. Tanto che ieri tornati a casa in motorino ci siamo sentiti che avevamo portato a casa la pelle. Tanto così, ecco.
Volava tutto, spiagge e patatine fritte da dentro i gyros .
Allora è arrivato il momento – ho pensato.
Il momento preferito delle femmine.
Ché l’unica cosa che puoi fare in una giornata così è buttarti nella riparata città e dentro riparatissimi negozi.
Lo shopping.
A Myconos ci sono negozi bellissimi di super lusso, negozietti di souvenir e negozi con cose belle che costano ma sono affrontabili al grido di: mi voglio fare un regalo!
Quindi cammino nelle bianche vie e viuzze, salite e scalette bianche e infiorate, cammino a caso – e sì, continuate voi la frase sul caso (che non esiste) – prendo vie a caso, cambio direzione a caso.
Sono una che s’innamora, lo ammetto. Che vuol dire che sono immediata, non incontro ma RICONOSCO.
Quando mi imbatto in qualcosa di affine, qualcosa che ha a che fare con me, subito mi si accende il petto e – in quel momento della scintilla – non ho dubbi.
Succede così per tutte le cose, per me.
Quindi, il primo negozietto, uno tra mille.
Ci sono molti braccialetti e collane esposte fuori, l’entrata è piccola, scoscesa, difficile, ripida, poco invitante.
Rimango fuori. Esce la ragazza, Irini, le dico cosa ho visto, mi invita ad entrare. Scendo con molta attenzione ma volentieri. Vedo tutti i suoi gioielli. Fa tutto lei, a mano. Sono cose bellissime. Parliamo.
Ama il suo lavoro, è appassionata, sorride spesso, è curiosa, ci raccontiamo. Le faccio i complimenti e gli auguri per il suo lavoro. Ci troviamo d’accordo nel dire che siamo fortunate, facciamo un lavoro che amiamo e questa è una grande forza. Anche se la strada per arrivarci è scoscesa, difficile, poco invitante.
Ho preso delle cose da Irini.
Quando esco ci salutiamo per nome e ci diciamo it was a very big pleasure.
Ed è vero.
Cammino a caso, giro a caso, negozi di lusso, souvenir.
Poi vedo un negozio che un paio di sere fa – ricordo benissimo, sono una che s’innamora – aveva esposto un vestito che mi aveva colpito. Entro.
Dico sempre : posso dare un’occhiata?
E di solito tutti rispondono un you’re welcome di default.
E invece Maria (ci presenteremo poco dopo) dice : certo, anche due o tre occhiate. Guarda quello che vuoi, I leave you in peace.
I LEAVE YOU IN PEACE.
Uh. Thank you! Che bella cosa dice. Di solito appena entri tutti ti vogliono far comprare, ti stanno addosso, lei no.
I LEAVE YOU IN PEACE.
È proprio bello. E glielo dico.
In realtà, non faccio in modo che mi lasci in peace perché provo un paio di cose che amo subito e intanto chiacchieriamo e Maria sa benissimo l’italiano, ha studiato in Italia e ha fatto il DAMS a Bologna. Poi il racconto delle nostre vite, la sua che mi colpisce, la mia che ha qualcosa in comune con la sua.
Mi dice che Myconos è l’isola dei venti e che i venti vanno ascoltati, vogliono dirci delle cose.
Prendo qualcosa anche lì.
It was a very big pleasure.
Esco e ho un sorriso srotolato sul viso. Ma anche un po’ sul petto.
Queste cose che ho comprato hanno delle storie, storie di incontri, di persone, di affinità. Mi ricorderò ogni volta della passione di Irini che vince sulle strade tortuose e dell’accoglienza di Maria che mi insegna come parla il vento .
Con quel sorriso e il petto acceso penso che in ogni cosa che facciamo abbiamo la possibilità di ricordarci chi siamo. Cosa cerchiamo. Dove stiamo meglio.
In che modo abbiamo desiderio di vivere.
Ci sono tante possibilità di stare in questo mondo. Ognuno può scegliere la sua. E può lasciare che gli altri facciano altrettanto.
Se lo fai, con forza, aggrappandoti senza vergogna a quello che sei, le cose della vita che ti vengono incontro sono quelle per te.
Le cose per noi e per la nostra vita si riconoscono all’istante.
Quando entriamo in una casa (o in un negozio, tra mille) , quando stringiamo una mano, quando incrociamo un paio di occhi, quando ci scambiamo le prime parole. È immediato. Magari saranno con noi per un giorno, per un mese, o solo per un’occasione.
Ma è una questione di riconoscimento. Immediato.
Fidiamoci.
Non del tempo che le faccia durare. Ma dell’istante che le fa accadere. Forse ha da dirci qualcosa, come il vento.
Forse ci ricorda che sì, siamo così, va bene così, andiamo bene così, e in questo mondo c’è per noi ogni cosa che desideriamo, esattamente per come la desideriamo . Basta aggrapparsi con forza e senza vergogna.
E ora esco qua fuori e vado ad ascoltare cosa ha da dirmi il vento.
I LEAVE YOU IN PEACE
un augurio per tutti.
Mi hai fatto capire una cosa importante. L’Intensità delle cose a volte è importante quanto o più della durata. Grazie sempre bello “ascoltarti”
Roberto
Di più. Di più. E me lo ripeto tutti giorni. Che si dimentica facilmente.