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La prima notte che dormii in questa casa, la casa in collina, il cuore batteva a mille. E non era emozione generica, era tachicardia, un piccolo ma intenso momento di ansia. 

Il mio compagno di allora mi aveva aiutato col furgone a portare quassù tutte le mie cose, poche, quelle che riempivano le camere dove avevo abitato fino a quel momento. Avevo abitato camere, mai case.

La settimana prima, mia zia di Torino mi aveva riempito le valigie di piatti pentole e posate, eravamo andati su a prendere tutto, a lei avanzava, a me serviva. Cose che mi servivano per la prima volta in un trasloco. Per la prima casa. 

Ci potevano essere mille disegni nei piatti che mi ha regalato mia zia, mille disegni.

C’erano i girasoli, però. E io andavo a vivere in collina. 

Arrivammo quassù, entrammo al circolino per prendere una birra e dirmi: evviva, benarrivata, ciao casa in collina. Brindammo. E però, quando rimasi sola in quella prima casa, in mezzo alle scatole piene di piatti e posate, Tututum Tututum, e la mano sul petto a calmare. 

Mi piace pensare a quel batticuore di ansia della prima notte sola quassù. Che tenerezza lasciarsi spaventare da una scelta, anche se è felice, da un cambiamento, anche se è voluto. Che tenerezza spaventarsi a 40 anni delle cose nuove della vita.

Ci sono affezionata a quel batticuore. Avevo davanti un inizio, un impegno più grande, qualcosa mai vissuto prima. 

Un posto tutto per me. 

Sono stata 7 anni qui. Incredibile, 7 anni. 

Sette anni in collina, per dirlo alla Brad Pitt.

E di questa casa ho fatto il rifugio dell’anima. Una tana. Un luogo della durata, come direbbe Handke, quel luogo dove, quando ci sei, sai chi sei e cosa stai facendo

Le prime sere non avevo il collegamento internet, potevo però mettere musica dal computer, se volevo. Ma mi sono innamorata talmente tanto e subito del silenzio trovato quassù che non volevo che nulla lo turbasse. Il silenzio ha riempito questa casa in collina più di tutte le cose che in questi giorni ho riposto dentro gli scatoloni, ha addobbato questa casa più dei quadri, più delle lucine che in questi anni ho lasciato che si impossessassero di stanze e giardino.

Il silenzio è diventato e sempre stato solo amico. Certe sere preziose le ho passate seduta fuori, nel silenzio, ad aspettare il buio. Così, in quelle sere, ho imparato a sospendere tutto, le gioie e i pianti. Tutto sospeso, dilatato, lontano. Il silenzio ha sempre messo a posto tutto, per me. Dal silenzio ho imparato anche la perfezione del dolore, che punge, sgretola, spacca, ma – se lo lasci fare – insegna.

Silenzio, canto dei grilli, vento: il mio cocktail della pace.

7 anni. Qui. 

Tanta vita è passata in questi 7 anni, tanto amore è passato in questa casa .

Ciao casa in collina. 

Ciao prima casa, ciao primo spazio libero tutto per me.

Grazie. 

Questa casa mi ha regalato tanto bene. 

Ciao casa in collina, ciao cose che cambiano.

Ora vado a dormire che domani, ci siamo, trasloco.

Chissà per domani sera 

che intenzioni ha 

il mio cuore. 

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