IL LAVORO DELL’ATTORE
Laboratorio teatrale di Silvia Frasson
Non perché vedo un attore bravo, ma perché appare davanti a me un essere umano liberato..”



COME SI SVOLGE IL LABORATORIO
Il percorso si divide in tre parti:

1) TRANING ATTORALE
Il momento del training è un momento di formazione del gruppo di lavoro, che deve essere un luogo dove si sospende ogni giudizio e si lascia libera uscita alla creatività.
Si impara ad ascoltare gli altri e a trovare un equilibrio tra l’ascolto degli altri e le proposte del singolo.

2) STUDIO E ANALISI DI SCENE TRATTE DA OPERE DEI GRANDI DRAMMATURGHI
E quindi: come si legge un testo? cosa c’è dietro a quelle parole? Come si muove un personaggio all’interno della commedia o del dramma, cosa cerca, chi è, cosa vuole?

3) CREAZIONE DEI PERSONAGGI
Partendo da un’ improvvisazione personale e da una ricerca e osservazione di sé, si arriverà a dare vita a personaggi che da noi si allontaneranno, ai quali daremo corpo voce pensieri e spessore. L’attore in questa fase diventa anche autore del proprio personaggio, lo inventa, ne inventa i modi, il parlare, i tic, le abitudini.
Chiameremo questa terza parte “il lavoro dell’attore sul personaggio”
A CHI E’ DIRETTO IL LABORATORIO
- A chi vuole cercare nei testi classici uno sguardo concreto e contemporaneo che avvicini a ciò che siamo e ciò che viviamo
- A chi vuole mettersi in gioco, affrontare e condividere i propri limiti ( li abbiamo tutti, perché nasconderli?)
- A chi voglia capire come si fa a condividere un’emozione
- A chi voglia esplorare il proprio mondo emotivo per metterlo a disposizione del palcoscenico
- A chi ha già avuto esperienze teatrali e ne vuole conoscere un’altra possibilità

Risultati previsti e acquisizione di abilità
Avranno esperienza di come si ascolta e si esplora la propria emotività per metterla a disposizione della scena.
Avranno sviluppato la propria creatività e immaginazione, avranno scardinato blocchi che impediscono di essere liberi nel provare e nel condivider emozioni.
Avranno più chiaro quando un attore è in contatto con se stesso oppure no. E’ da questo contatto che dipende la forza della propria presenza scenica, la propria attrattività.
IL LAVORO DELL’ATTORE:
Alcune testimonianze di chi ha partecipato ai laboratori di Silvia
Questa esperienza ha contribuito alla tua crescita personale? Se sì come?
Gli errori servono a capire quale è la direzione corretta”

SILVIA FRASSON
Attrice toscana, si diploma alla scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano.
Lavora come attrice con Massimo Castri, Stefano Massini, Gigi dall’Aglio, Aldo Tarabella, Leo Muscato.
Parallelamente al suo percorso di attrice sviluppa la sua personale strada di Narratrice/Raccontastorie.
E’ autrice di 6 dei suoi 7 spettacoli di narrazione.
Nel 2004 è tornata a Milano alla Scuola dove si è diplomata per insegnare il suo metodo di narratrice.
Ha lavorato per 5 anni a fianco di Stefano Massini come docente di recitazione, di improvvisazione e di narrazione, assistente alla regia e docente di drammaturgia.

A PROPOSITO DEL LAVORO DELL’ATTORE
RISPONDE SILVIA
Si fanno emergere alcune qualità assolutamente necessarie per essere un attore:una qualità di presenza, l’uso dell’immaginazione, la forza trascinatrice del pubblico.
Cosa gli allievi si possono aspettare di imparare partecipando a questo laboratorio?
Si acquisiscono forza e sicurezza in se stessi e nella potenza delle proprie capacità di coinvolgimento.
Cosa ti aspetti tu che imparino gli allievi?
Nel lavoro di improvvisazione che il teatro è corpo, prima di tutto.
Nel lavoro sui testi che tutte le parole che diciamo in scena devono avere un senso per noi, devono essere attaccate alle nostre budella, al nostro corpo, appunto.
Cosa si impara nel tuo corso a proposito della recitazione che non è così semplice imparare altrove?
Si impara la differenza tra una presenza trasparente e autentica, e una finta. La prima arriva lontano, la seconda è un muro.
Quale ostacolo pratico o psicologico nel recitare sai di poter contribuire a superare?
Il blocco che spesso impone il nostro giudizio.
Quel blocco che ci impedisce di essere trasparenti, in contatto con le nostre emozioni. Non posso comunicare agli altri delle emozioni se non mi lascio libero di provarle, di esplorarle, di farle scaturire.
Qual è la tua migliore qualità come docente?
La passione e il divertimento con cui insegno ciò che amo fare.
Qual è il tuo motto?