Oggi è il compleanno del mio amico Andrea.
Quando io e Andrea ci siamo conosciuti ci siamo piaciuti subito, io avevo 20 anni e a quell’età facevo molto la figa con il mio fidanzato e gli dicevo che il sabato non doveva rompermi le palle con la storia del vederci perché io il sabato dovevo stare con i miei amici. Stare con i miei amici significava che mettevo su una camicetta sgargiante, Andrea mi passava a prendere e andavamo a ballare come se fosse l’ultima cosa da fare prima di morire. Ballavamo ballavamo e ballavamo e Andrea aveva un movimento di spalla che ho sempre invidiato, io invece puntavo sul bacino.
Andrea diceva che da grande avrebbe fatto lo psicologo e quando lo diceva io sentivo una serenità che si distendeva nel fondo della mia pancia. Non avevo molti credo nella mia vita di 20enne, pochi ma buoni, che l’amore vince su tutto, che io sarei stata felice se avessi fatto l’attrice e che Andrea avrebbe fatto lo psicologo (come capirete alla fine del racconto di insoluto ne è rimasto solo uno ).
Ad un certo punto c’è stata una grande tempesta, di intenti di emozioni e di casi della vita.
E quando ci siamo ripresi Andrea non faceva più lo psicologo, ma tutt’altro, io studiavo per fare l’attrice e l’amore momentaneamente provocava dei dolori mortali tra lo sterno e le budella, roba da star piegati e piangere e basta . E noi facevamo così, ci vedevamo e piangevamo.
Camminavamo e piangevamo.
Stavamo in silenzio e piangevamo.
L’unica cosa che ci dava salvezza e restituiva senso al nostro vivere piegato e lacrimoso erano i libri di Natalia Ginzburg.
Ecco, Natalia Ginzburg è la persona che più ci ha aiutato nella vita. Se possiamo immaginare che esista un posto dove stanno tutti i morti come fossero ancora vivi e dove andremo anche noi e lì troveremo un po’ tutti, ecco, io vorrei solo rivedere mia nonna e conoscere la Ginzburg.
Con Andrea ho fatto e faccio cose importanti e necessarie: camminare per ore per le colline, andare a scovare le trattorie a gestione familiare, vederci per bestemmiare a fondo perduto per un’oretta e poi tornare a casa più leggeri e risolti. Abbiamo anche fatto una vacanza bellissima all’isola d’Elba, piovve a dirotto e senza interruzione per 4 giorni, noi dormivamo di continuo, mangiavamo nelle meglio trattorie e in mezzo parlavamo, ovviamente, dei miei disastri amorosi.
Intanto il tempo passava, gli anni passavano e noi diventavamo grandi e certe notti di domande insolubili quando mi giravo e rigiravo nel letto, arrivava sempre il pensiero che io avevo creduto così forte che Andrea avrebbe fatto lo psicologo che come era possibile che non fosse così io proprio non riuscivo a capacitarmene. Allora forse delle cose della vita non avevo capito nulla. E allora mi veniva un brivido lungo la schiena e mi faceva paura tutto il resto.
Poi sono passati anni, parecchi, abbiamo cambiato città, fidanzati, amici e opinioni sulle cose della vita. E un giorno di qualche anno fa Andrea mi ha detto: ricomincio a studiare, da psicoterapeuta.
Ecco, io mi sono messa a piangere e piango anche adesso che scrivo perché in quel momento é stato come se Natalia Ginzburg a braccetto con mia nonna fossero scese da quel posto dovunque sia, mi avessero poggiato una mano sulla spalla e mi avessero detto: vedi Silvia, quella serenità che sentivi nel fondo della pancia, era vera.
Da quel momento non ho più paura di nulla, sono convinta che una strada c’è per tutti, la propria, l’unica cosa che bisogna fare é allenarsi bene ad ascoltare cosa c’è tra lo sterno e le budella, ascoltare e seguire.
E che di tempo ce n’è per tutti, diverso, e ognuno ha il suo, ma non c’è niente che il passaggio del tempo renda impossibile. Niente. E questo mi sembra un pensiero molto importante. Penso spesso che i miei amici siano le mie ossa. Ma anche che ognuno si rispecchia negli amici che ha, lo spero , perché avere Andrea nella mia vita da 20 anni mi fa onore e il suo affetto e la sua stima ogni volta mi fanno sentire privilegiata.
Se un giorno doveste aver bisogno di uno psicoterapeuta chiamatemi e scrivetemi perché vi mando da Andrea che è il secondo migliore del mondo. Sì, la prima è la mia, Andrea mi perdonerà, del resto me l’ha fatta conoscere lui . E per senso di possesso non vi manderei mai da lei, mi piace pensare che lei sia solo mia . Anzi ora che ho finito il percorso e non ci vado più, mi chiedo come faccia a vivere visto che aveva solo me.
Comunque, buon compleanno amico mio, ora, davvero, non potrai che essere felice.